mercoledì 22 agosto 2007

" Il ventre dell'architetto"

<<..fare il dottore è soltanto un mestiere..>>

All'interno delle svariate iniziative dell'Estate Romana, trovo interessante una rassegna di cinema che si svolge alle Scuderie del Quirinale, dal titolo "L'architettura nel cinema".
Roma è il luogo del cinema italiano ma è anche il luogo dell'evoluzione architettonica del nostro paese, la fusione di queste due discipline da' vita ad un binomio perfetto che viene riscoperto tramite il percorso artistico di Calatrava, al quale è dedicata la rassegna.
In programma, stasera il film di Peter Greenaway, "Il ventre dell'architetto", del 1987.
E' un film che merita attenzione, un'opera stratificata. Ad una prima lettura puo' sembrare autobiografico, ben presto però si intuisce il messaggio del film, che è un messaggio sociale, una metafora del cinema come prodotto (ormai) industriale, per il quale servono dei budget enormi.
Partendo da cio' si arriva all'analisi del rapporto artista/committente, che scivola immediatamente nel mercenario rapporto artista/denaro. L'artista si trova in crisi riguardo la sua opera, il denaro permette la realizzazione di un 'opera d'arte ma allo stesso tempo la impedisce, si arriva all'aut- aut che spesso costringe l'architetto ad abdicare dalle sue intenzioni.
A Roma è in allestimento una mostra in onore a Boullè, la direzione artistica viene affidata ad una architettto mericano, che vivrà (per i motivi sopracitati) un lento declino del suo ruolo, e di conseguenza della sua vita.
Una coproduzione italo-inglese degna di essere definita d'autore.
Da vedere perchè non di solo pane vive l'uomo.
Nota ***

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