....hai paura dei comunisti perchè hai paura che ti levino la serva...certo...come faccio a stare senza la serva, io che non suono buona a far niente?....
Inefficace e insopportabile storiella sul mondo del lavoro italiano.
Una coppia altoborghese è costretta ad abdicare ai comfort (e che comfort: barca, donna della pulizie, feste private...), causa licenziamento coatto di lui.
Soldini descrive la crisi di un mondo privilegiato, un mondo che non dovrebbe esistere, un mondo che fa apparire il ceto medio italiano un inutile ammasso di rurali. La sceneggiatura dà ampio spazio a definizioni del tipo: il tuo ragazzo non è un intellettuale: lavora e basta (con tono schifato). Pietosa la scena in cui Elsa spiega al marito quanto sia inutile frequentare persone che prima erano loro dipendenti. In che razza di mondanità ci troviamo? Le amicizie sono scelte in base al rango.
Albanese conta gli spicci al supermercato, il regista vuole dare l'impressione del declino di un uomo ma è solo una scena della quotidianità dei più. Nonostante tutto lascia in una costosissima pensione privata il padre, costretto, dalla solitudine, a discorrere con i pesci.
Soldini ma quale mondo volevi raccontare? Cosa ti ha spinto a portare sullo schermo una realtà ignobile e oligarchica?
L'happy ending è la comprensione che l'unico tesoro della vita è l'amore.
Da vedere per celebrare la rivoluzione russa.
Nota *
venerdì 16 novembre 2007
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